BULLISMO E CYBERBULLISMO, UN'EMERGENZA DA AFFRONTARE CON ATTENZIONE

25.11.2025 10:44

 

La recrudescenza dei fenomeni del bullismo, del cyberbullismo e le possibili strategie di prevenzione illustrate a Interris.it dal dott. Claudio Marcassoli, psichiatra e psicoterapeuta

 
 
 
 
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Bullismo (@ WOKANDAPIX da Pixabay)

Nelle ultime settimane, diversi fatti di cronaca, hanno evidenziato una recrudescenza dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo. Il primo è un comportamento aggressivo, intenzionale e ripetuto nel tempo, esercitato da uno o più individui nei confronti di una vittima percepita come vulnerabile o incapace di difendersi. Può assumere forme fisiche, verbali o relazionali, e si basa su uno squilibrio di potere. Il secondo invece, rappresenta una forma di bullismo che avviene attraverso mezzi digitali, come social network, messaggi, e-mail o forum online. Le aggressioni possono includere insulti, minacce, diffusione di contenuti offensivi o denigratori, spesso in modo anonimo. Interris.it, in riguardo a questi fenomeni e alla loro diffusione, ha intervistato il dott. Claudio Marcassoli, psichiatra e psicoterapeuta.

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Bullismo (@ Anemone123 da Pixabay)

L’intervista

Dottor Marcassoli, cosa ci dicono gli ultimi dati sul fenomeno del bullismo in Italia?

“I dati più recenti delineano un quadro allarmante che richiede la massima attenzione. Secondo i dati dell’Osservatorio sul Bullismo 2025, sei studenti su dieci hanno dichiarato di essere stati vittime di episodi di bullismo o violenza. Le forme più diffuse sono quelle verbali, indicate dal 61% dei ragazzi, seguite da quelle psicologiche (46%) e fisiche (26%). In molti casi, queste forme di violenza si sovrappongono o si accompagnano a comportamenti discriminatori, che colpiscono circa il 22% degli studenti. Preoccupa anche il dato relativo ai testimoni: ben il 76% degli intervistati ha dichiarato di aver assistito ad atti di bullismo o violenza, spesso senza sapere come intervenire. A tutto ciò, si aggiunge il cyberbullismo il quale, attraverso i social molto usati dalle giovani generazioni, colpisce il 19% dei ragazzi.”

Quali sono i segnali che possono indicare che un ragazzo è vittima di bullismo? Come si può intervenire?

“I segnali non sono sempre evidenti, ma ci sono. Il bullismo spesso si manifesta con cambiamenti nel comportamento del ragazzo o della ragazza: isolamento, ritiro sociale, calo del rendimento scolastico, perdita di interesse per attività abituali. Possono comparire disturbi psicosomatici come mal di testa ricorrenti, insonnia o nausea, soprattutto al mattino. A volte emerge un rifiuto persistente di andare a scuola, oppure una paura improvvisa nei confronti di certi luoghi o compagni. Di fronte a questi segnali, è fondamentale non sottovalutare e non banalizzare. Il primo passo è offrire un ascolto attento, senza pressioni né giudizi. È necessario creare un clima di fiducia in cui il ragazzo si senta libero di parlare. Parallelamente, è importante coinvolgere tempestivamente la scuola, documentare gli episodi e, se necessario, attivare un supporto psicologico. I genitori devono essere presenti e disponibili”.

Foto di Tim Evans da Pixabay

Guardando al futuro, in che modo famiglie e istituzioni possono contribuire alla prevenzione del bullismo?

“La prevenzione deve cominciare fin dai primi anni di vita, attraverso un’educazione fondata sul rispetto reciproco, sull’empatia e sulla gestione non violenta dei conflitti. I genitori e gli insegnanti devono lavorare insieme, in una vera e propria alleanza educativa. La scuola deve diventare un luogo sicuro, dove i ragazzi imparano non solo nozioni, ma anche relazioni sane. L’intervento precoce, soprattutto, è essenziale per evitare conseguenze psicologiche profonde e durature nel tempo”.