“ DELITTUOSITA’ IN FAMIGLIA: PROSPETTIVE DI PREVENZIONE”

25.06.2013 22:42

La delittuosità in famiglia è in aumento in Italia e nel mondo, al di là della risonanza eccessiva e dell’enfasi che i media riservano a questo fenomeno: le statistiche vanno maneggiate con cautela, ma è indubbio che siamo di fronte ad un incremento dei numeri, anche  se i delitti e i crimini in famiglia sono sempre avvenuti.

Non tutti i delitti sono però accomunabili tra di loro: l’ambiente domestico può essere  lo scenario in cui si svolgono, ma un conto è una violenza od un omicidio che maturano per conflittualità, motivi passionali, problemi di potere all’interno di una coppia,  altro è l’omicidio di uno schizofrenico: in questo caso non possiamo dire che sia stata la famiglia la causa della follia e del suo gesto omicida.

La delittuosità in famiglia è costituita dagli omicidi, (figlicidi, uxoricidi, famiglicidi,) dalle violenze di varia tipologia, (psichica, fisica sessuale), dai maltrattamenti e dagli abusi sui minori e dai maltrattamenti sugli anziani.

Per alcuni di questi crimini il numero oscuro è molto rilevante: le violenze di vario tipo tra adulti, nelle quali la vittima è quasi sempre la donna, (si potrebbe addirittura parlare di una violenza di genere),  i maltrattamenti  e gli abusi sui minori e gli anziani.

Come dicevamo, i delitti e le violenze in famiglia sono sempre esistiti: dove gli esseri umani vivono insieme ed interagiscono per anni è naturale, anzi inevitabile, che dallo scontro di personalità e volontà diverse si sviluppino conflitti: la violenza è del resto parte integrante dell’uomo, può esplodere improvvisamente in ogni contesto, anche in quello familiare.

La “famiglia multiproblematica” rappresenta un modello di coesistenza di problemi di vario genere, terreno di cultura per eventi criminosi.

La responsabilità della malattia mentale è indubbia, ancorché non frequente, ma forse le motivazioni dei crimini affondano maggiormente le loro radici, quando siamo di fronte ad un psicopatologia, nella “sofferenza mentale negata”, cioè in quel disagio esistenziale e psicologico che andrebbe riconosciuto e curato in tempo; e anche le tragedie della follia, (meno numerose), non arrivano mai all’improvviso, ma “ogni delitto è scatenato da una costellazione di fattori che agiscono insieme, come in un’orchestra.” (Nivoli).

Si è recentemente arrivati a parlare di una nuova sindrome psichiatrica che colpirebbe la famiglia: il “Relational Disorder”, disturbo che pone l’attenzione non sul singolo individuo, ma piuttosto sulla relazione tra i componenti di una famiglia. Sono proprio le modalità in cui essi interagiscono tra di loro che scatenano la patologia e l’esplosione, mentre una singola persona al di fuori di tale particolare relazione potrebbe essere considerata assolutamente “normale”.

In questo contesto di delittuosità quali sono le prospettive di prevenzione?

Possiamo pensare a 3 tipi di prevenzione:

una prevenzione primaria rivolta all’intera popolazione che, partendo da un’informazione generale e corretta sul fenomeno, punti a sviluppare una cultura dell’infanzia e della famiglia, all’acquisizione della consapevolezza dei ruoli genitoriali; il tutto attraverso una rete di servizi, interventi e progetti di educazione all’affettività, alla sessualità ed alla genitorialità. Si tratta di politiche economico-sociali.

Una prevenzione secondaria dedicata alle famiglie a rischio e già in difficoltà, con attenzione specifica ai fattori personali ed ambientali, attraverso dei supporti professionali integrati con gruppi di volontariato, dai centri di ascolto ai servizi di intervento ed assistenza domiciliare.

Una prevenzione terziaria rivolta ai soggetti ed alle famiglie dove il “delitto” è già avvenuto, atta a prevenire o almeno contenerne le conseguenze psicopatologiche sulle vittime superstiti con interventi su tutto il nucleo, che possono andare dall’allontanamento dei soggetti deboli, alle strategie terapeutiche immediate, all’evitamento della vittimizzazione secondaria. II tutto con una azione organica ed integrata tra le istituzioni sociosaniatarie e quelle giudiziarie.

Viene infine delineato il progetto di un “Osservatorio sulla criminalità” in provincia di Sondrio che partendo dalla conoscenza e dallo studio dei principali fenomeni criminali  giunga alla proposta di interventi di prevenzione anche della delittuosità in famiglia.

 

Relazione presentata al CONGRESSO NAZIONALE DI PSICHIATRIA DI BORMIO 2008 “PREVENZIONE IN PSICHIATRIA”

 

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